Vittorio Alfieri - Citazioni

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Vittorio Alfieri
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Vittorio Alfieri

Niccolò Vittorio Alfieri (1749 - 1803), scrittore italiano.

  • Allora imparai, che bisognava sempre parere di dare spontaneamente quello che non si potea impedire d'esserti tolto.
  • Bisogna veramente che l'uomo muoia, perché altri possa appurare, ed ei stesso, il di lui giusto valore.
  • Chi molto legge prima di comporre, ruba senza avvedersene e perde originalità, se ne avea.
  • Dalla paura di tutti nasce nella tirannide la viltà dei più.
  • E mi ricordo, tra l'altre, che nella Biblioteca Ambrosiana, datomi in mano dal bibliotecario non so più quale manoscritto autografo del Petrarca, da vero barbaro Allobrogo, lo buttai là, dicendo che non me n'importava nulla.
  • Ed io ho sempre preferito originale anche tristo ad ottima copia.
  • Far tacere un vecchio è cosa difficile. Far poi tacere un vecchio autore è cosa impossibile.
  • Io dico e credo... che il libro è e deve essere la quintessenza del suo scrittore e che se non è tale, egli sarà cattivo, debole, volgare, di poca vita e di effetto nessuno. (da Scritti politici e morali)
  • Leggere, come io l'intendo, vuol dire profondamente pensare.
  • Nella città d'Asti in Piemonte, il dí 17 di gennaio dell'anno 1749, io nacqui di nobili, agiati ed onesti parenti. (da Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso)
  • Non perdo mai occasione d'imparare a morire.
  • Onde io imparai sin da allora, che la vicendevole paura era quella che governava il mondo. (da Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso)
  • Spesso è da forte più che il morire il vivere.
  • Schiavi or siamo, si; ma schiavi almen frementi.
  • Tutti gli amori dell'uomo, ancorché diversi, hanno lo stesso motore. (da Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso, Parte I)
  • Volli, e sempre volli, e fortissimamente volli.
  • Ove son leggi
    tremar non dee chi leggi non infranse.
  • Verace o finta, è da temersi sempre
    pietà di plebe.
    (da Antigone)

Indice

Incipit di alcune opere

Della tirannide

ALLA LIBERTÀ
Soglionsi per lo più i libri dedicare alle persone potenti, perché gli autori credono ritrarne chi lustro, chi protezione, chi mercede. Non sono, o DIVINA LIBERTÀ, spente affatto in tutti i moderni cuori le tue cocenti faville: molti ne'loro scritti vanno or qua or là tasteggiando alcuni dei tuoi più sacri e più infranti diritti. Ma quelle carte, ai di cui autori altro non manca che il pienamente e fortemente volere, portano spesso in fronte il nome o di un principe, o di alcun suo satellite; e ad ogni modo pur sempre, di un qualche tuo fierissimo naturale nemico. Quindi non è meraviglia, se tu disdegni finora di volgere benigno il tuo sguardo ai moderni popoli, e di favorire in quelle contaminate carte alcune poche verità avviluppate dal timore fra sensi oscuri ed ambigui, ed inorpellate dall'adulazione.

La virtù sconosciuta

DIALOGO
INTERLOCUTORI: FRANCESCO GORI, VITTORIO ALFIERI

VITTORIO
Qual voce, quale improvvisa e viva voce dal profondo sonno mi appella e mi trae? Ma, che veggio? al fosco e muto ardere della notturna mia lampada un raggiante infuocato chiarore si è aggiunto! Soavissimo odore per tutta la cameretta diffondesi... Son io, son io ben desto, o in dolce sogno rapito?

FRANCESCO
E che? non conosci la voce, l'aspetto non vedi del già dolce tuo amico del cuore, e dell'animo?

Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso

Il parlare, e molto piú lo scrivere di sé stesso, nasce senza alcun dubbio dal molto amor di sé stesso. Io dunque non voglio a questa mia Vita far precedere né deboli scuse, né false o illusorie ragioni, le quali non mi verrebbero a ogni modo punto credute da altri; e della mia futura veracità in questo mio scritto assai mal saggio darebbero. Io perciò ingenuamente confesso, che allo stendere la mia propria vita inducevami, misto forse ad alcune altre ragioni, ma vie piú gagliardo d'ogni altra, l'amore di me medesimo: quel dono cioè, che la natura in maggiore o minor dose concede agli uomini tutti, ed in soverchia dose agli scrittori, principalissimamente poi ai poeti, od a quelli che tali si tengono.

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