Ugo Foscolo - Citazioni
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Niccolò Ugo Foscolo (1778 - 1827), poeta italiano.
- Coloro che non furono mai sventurati, non sono degni della loro felicità.
- Il coraggio non deve dare diritti per soperchiare il debole.
- L'arte non consiste nel rappresentare cose nuove, bensì nel rappresentare con novità. (dall'Epistolario)
- La fama degli eroi spetta un quarto alla loro audacia; due quarti alla sorte, e l'altro quarto, ai loro delitti.
- La noia proviene o da debolissima coscienza dell'esistenza nostra, per cui non ci sentiamo capaci di agire; o da coscienza eccessiva, per cui vediamo di non poter agire quanto vorremmo.
- Noi chiamiamo pomposamente virtù tutte quelle azioni che giovano alla sicurezza di chi comanda e alla paura di chi serve.
- Ma se danza, vedila! Tutta l'armonia del suono scorre dal suo bel corpo, e dal sorriso della sua bocca.
- Pentimenti sul passato, noja del presente, e timor del futuro; ecco la vita. La sola morte, a cui è commesso il sacro cangiamento delle cose, promette pace. (dalle Ultime lettere di Jacopo Ortis)
- Le sciocche e laide abitudini sono le corruzioni della nostra natura. (dall'Epistolario)
- In tutti i paesi ho veduto gli uomini sempre di tre sorte: i pochi che comandano; l'universalità che serve; e i molti che brigano.
- Il disprezzare non è da tutti.
- Il dolore, in chi manca di pane, è più rassegnato.
- Sente assai poco la propria passione chi sa troppo minutamente descriverla.
- Quaggiù la povertà è vergogna che nessun merito lava.
- Se gli uomini si conducessero sempre al fianco la morte, non servirebbero sì vilmente.
- Amor fra l'ombre e inferne / seguirammi immortale, onnipotente.
- All'ombra de' cipressi e dentro l'urne / confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro?
- Tu non altro che il canto avrai del figlio, / o materna mia terra, a noi prescrisse / il fato illacrimata sepoltura.
- Forse perché della fatal quïete / tu sei l'imago, a me sì cara vieni, o Sera!
- Anche la speme, / ultima dea, fugge i sepolcri.
- Breve è la vita, e lunga è l'arte.
- L'odio è la catena più grave insieme e più abietta, con la quale l'uomo possa legarsi all'uomo. (da Il gazzettino del bel mondo)
- E in te beltà rivive, / l'aurea beltate ond'ebbero / ristoro unico a' mali / le nate a vaneggiar menti mortali. (da All'amica risanata)
- Che è mai l'uomo? Il coraggio fu sempre dominatore dell'universo perché tutto è debolezza e paura. (da Ultime lettere di Jacopo Ortis)
- Io non odio persona alcuna, ma vi son uomini ch'io ho bisogno di vedere soltanto da lontano. (da Ultime lettere di Jacopo Ortis)