Quinto Orazio Flacco - Citazioni
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Quinto Orazio Flacco (65 AC - 8 AC), poeta lirico e scrittore satirico latino.
- A non nutrire speranze immortali ti ammonisce l'anno e l'ora che trascina via il giorno dator di vita.... Tuttavia nel cielo le rapide lune ripristinano ciò che hanno perso; noi invece, una volta caduti dove il padre Enea, dove Tullo potente e Anco, siamo polvere e ombra.
- Aiuta un uomo contro la sua volontà e sarà come se lo uccidessi.
- Cambiano i cieli, ma non il proprio spirito, quelli che corrono attraverso il mare.
- C'è una misura per tutte le cose.
- Chi ben comincia è a metà dell'opera.
- Chi è innocente è armato: sia questo il tuo scudo, questo il tuo muro di bronzo.
- Chi ha bene incominciato è a metà dell'opera.
- Chi va oltre il mare muta cielo, non animo.
- Chiunque apprezza l'aurea mediocrità.
- Con la ricchezza crescono le preoccupazioni.
- Diventa affar tuo, quando la parete del vicino va a fuoco.
- È dolce e pio morire per la patria.
- È dolce fare follie quando tempo e luogo lo permettono. (dalle Odi, 12, 27) da controllare
- Fate soldi, se potete in maniera onesta, se no comunque.
- Fuggire il vizio è virtù e la saggezza comincia col tenersi lontani dalla follia.
- Ho eretto un monumento più durevole del bronzo.
- Il piccolo si addice ai piccoli.
- La brevità della vita ci vieta di concepire speranze a lungo termine.
- Il buon senso è il principio e la fonte dello scrivere. (da Ars poetica, 309)
- La forza senza intelligenza rovina sotto il suo stesso peso. (dalle Odi)
- La poesia è come la pittura. (da Ars poetica, 361)
- La purezza nella vita è la libertà dal peccato.
- La rabbia è una follia momentanea, quindi controlla questa passione o essa controllerà te.
- La virtù sta nel mezzo, tra due vizi opposti, ben lontana da entrambi.
- Lascia il resto agli dei.
- Le montagne partoriranno e nascerà un ridicolo topolino.
- L'invidioso divien magro alla vista dell'altrui opulenza.
- L'oro è servo oppure padrone.
- L'uomo che si affanna per aumentare il patrimonio, ne viene schiacciato, è un vinto, che ha abbandonato le armi sul campo dell'onore.
- Mai disperare.
- Mai la vita diede ai mortali qualcosa se non a prezzo di grande fatica. (dalle Satire)
- Mescola un po' d'insania alla tua saggezza: è dolce dimenticare nel luogo giusto.
- Niente è bello sotto tutti i punti di vista.
- Non c'è vita lieta del tutto.
- Non cercar di sapere quel che avverrà domani.
- Non morirò del tutto.
- O imitatori, gregge di schiavi. (dalle Epistole, I, 19, 19)
- Ora è tempo di bere, ora è tempo di battere la terra con piede libero da vincoli.
- Pensa che ogni giorno può essere il tuo ultimo.
- Pittori e poeti hanno sempre goduto di un'eguale libertà di tutto osare. (da Ars poetica, 9-10)
- Potrai cancellare quello che non hai fatto manifesto: ma la parola detta non ritorna.
- Qualche volta s'addormenta anche il buon Omero.
- Questo è il mio insegnamento: tutti gli uomini sono pazzi.
- Ragazzo, odio il lusso persiano.
- Sarà sempre uno schiavo chi non sa vivere con poco.
- Scaccia pure con un forcale la tua indole, tornerà ugualmente.
- Se hai un sistema migliore insegnalo, altrimenti usa il mio.
- Si apprende più facilmente e ci si ricorda più volentieri di ciò che stimola il senso del ridicolo che di ciò che merita stima e rispetto.
- Un musicista che suoni sempre la medesima corda è ridicolo.
- Un ospite è come un generale: le calamità spesso rivelano il suo genio.
- Una volta sfuggita, una parola vola via irrevocabile.
- Un'inquietudine impotente ci tormenta, e andiamo per acque e terre inseguendo la felicità. Ma ciò che insegui è qui, se non ti manca la ragione.
- Carpe diem quam minimum credula postero.
- Cogli l'attimo fuggente confidando il meno possibile nel futuro. (dalle Odi, I, 11, 8)
- Nihil mortalibus ardui est.
- Non vi è nulla di difficile per i mortali. (dalle Odi, I, 3, 37)
- Frangar, non flectar
- Mi spezzo, ma non mi piego. (dalle Odi, III, 3)
- Dulce est desipere in loco.
- È piacevole al momento opportuno essere stupidi. (dalle Odi, IV, 12, 28)
- In silvam ligna feras.
- Porteresti legna in un bosco. (dalle Satire I, 10, 34)
- Omnes eodem cogimur.
- Tutti siamo spinti in uno stesso luogo. (dalle Odi II, 3, 25)
- Populus me sibilat; at mihi plaudo ipse domi, simul ac nummos contemplor in arca.
- Il popolo mi fischia, ma io mi applaudo da me, a casa mia, quando contemplo le mie ricchezze in cassaforte. (dalle Satire I, 1, 66-7)
- Quamquam ridentem dicere verum quid vetat?
- Che cosa vieta di dire la verità ridendo? (dalle Satire)
- Quot capitum vivunt, totidem studiorum.
- Quante sono le teste al mondo, altrettanti sono gli interessi. (dalle Satire II, 1, 27)