Plutarco - Citazioni
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Plutarco (46 circa - 120), scrittore e filosofo greco.
- Per essere onesto l'uomo ha bisogno di buoni amici o di acerrimi nemici, perché i primi con i loro consigli e i secondi con i loro insulti gli impediscono di fare del male.
- Nei confronti delle ricchezze l'uomo si dimostra avveduto in quattro maniere: nell'acquistarle, nel conservarle, nell'accrescerle, e nell'usarle bene.
- Uno squilibrio fra il ricco ed il povero è il più vecchio e mortale alimento per tutte le repubbliche
- La barba non fa il filosofo.
- È facile scoprire un difetto, ma far di meglio può essere difficile.
- Dio è la speranza del forte, e non la scusa del vile.
- Nulla di superfluo è mai a buon mercato, perché ciò di cui non si ha bisogno è caro ad un soldo.
- La morte dei giovani è un naufragio, quella dei vecchi un approdare al porto.
- E Alessandro andò da Diogene. Lo trovò sdraiato al sole. Diogene, sentendo tanta gente che veniva verso di lui, si sollevò un po' e guardò Alessandro. Questi lo salutò affettuosamente e gli chiese se avesse bisogno di qualcosa che potesse fare per lui. «Scostati dal sole» rispose il filosofo.
- Quello che sta nel cuore del sobrio è sulla lingua dell'ubriaco.
- Uno Spartano domandò a un sacerdote che voleva confessarlo: "A chi devo confessare i miei peccati, a Dio o agli uomini?". "A Dio" rispose il prete. "Allora, ritirati, uomo." (da Detti dei Lacedemoni)
- Con quale affetto, con quale pensiero o argomento il primo tra gli uomini ardì insanguinarsi la bocca, avvicinanarsi alle labbra la carne dell'animale morto, ponendosi di fronte i piatti, le vivande e il cibo di corpi uccisi, le membra che poco prima belavano, muggivano, si muovevano e vedevano? Come poterono sopportare gli occhi di scorgere l'uccisione di animali scannati, scorticati e smembrati? E l'odorato come soffrì l'odore? E il gusto come non inorridì per la lordura delle piaghe altrui e il sangue e il marcio delle ferite mortali?
- Il riposo è il condimento che rende dolce il lavoro.
- Quando le candele son spente tutte le donne son belle. (da Opere morali)
- Io vorrei certamente essere il primo fra questi, piuttosto che il secondo a Roma. (da Vite parallele)
- Gli Spartani non chiedono quanti sono i nemici, ma dove si trovano.
- L'hanno chiamata ovazione dal latino ovis (pecora).
- La perseveranza serve più della violenza: molte cose che non possono essere superate tutte assieme lo sono se prese poco a poco.
- Il tempo è il più saggio dei consiglieri.
- Ho scelto l'uomo simpatico a preferenza del ricco; preferisco un uomo senza denaro al denaro senza un uomo. (da Vite parallele)
Numerologia
- I Pitagorici hanno in odio il diciassette più di ogni altro numero, e lo chiamano "ostacolo". Esso infatti cade fra il sedici, che è un quadrato, e il diciotto, che è un rettangolo, i soli fra i numeri a formare figure piane che abbiano il perimetro uguale all'area; il diciassette si pone come un ostacolo fra di loro, e li separa uno dall'altro, e spezza la proporzione di uno e un ottavo in intervalli disuguali. (da Iside e Osiride)