Michel Eyquem de Montaigne - Citazioni
Da Famous Quotes, aforismi e citazioni in libertà.
Michel Eyquem de Montaigne (1533 - 1592), filosofo e scrittore francese
- L'argomento del mio libro sono io.
- Le nature sanguinarie nei riguardi degli animali rivelano una naturale inclinazione alla crudeltà.
- Scrivere non provoca tormento, ma nasce dal tormento.
- Se paragono tutta la mia vita rimanente a questi quattro anni che egli mi ha regalato, essa non è altro che fumo, null’altro che una notte oscura e noiosa. Gli stessi piaceri che mi si offrono, invece di consolarmi, raddoppiano il rimpianto della sua perdita. (da De l'amitié)
- Sono così assetato di libertà che mi sentirei a disagio anche se mi venisse vietato l'accesso ad un qualsiasi angolo sperduto dell'India.
- Un buon matrimonio sarebbe quello di una donna cieca con un uomo sordo.
- Un uomo che teme di soffrire soffre già quello che teme. (dai Saggi)
- Vorrei che la morte mi accogliesse mentre sto piantando i miei cavoli.
- Chi insegnerà agli uomini a morire, insegnerà loro a vivere. (dai Saggi, I, XX)
- Vivi a lungo quanto vuoi, tanto non cancellerai nulla del tempo che dovrai spendere da morto.
- Se insisti a chiedermi il motivo per il quale lo amavo, non posso dirti altro che era perché lui era lui e io sono io.
- Un uomo dotato di grande ingegno non ha perso niente se possiede se stesso.
- La cosa più grande al mondo è sapere come appartenere a se stessi.
- Parlare è una cosa e fare è un'altra.
- Pochi uomini sono stati ammirati dalla propria famiglia.
- Ogni uomo porta l'intera impronta della condizione umana.
- Ogni uomo mi riconosce nei miei libri, e i miei libri in me.
- Un uomo deve essere un po' pazzo se non vuole essere ancora più stupido.
- Non ho mai visto alcuna mostruosità e miracolo più evidente nel mondo di me stesso.
- Lasciateci dare una possibilità alla natura, perché sa il fatto suo meglio di noi.
- L'ambizione non è un vizio da gentucola.
- Fidarsi della bontà altrui è una prova non piccola della propria bontà.
- Faccio dire ad altri quello che non so dire bene, talvolta per debolezza del mio linguaggio, talaltra per debolezza dei miei sensi.
- In nulla crediamo così fermamente quanto in ciò che meno conosciamo.
- Poiché non possiamo raggiungerla, vendichiamoci inveendole contro.
- Quando gioco con il mio gatto, chi può dire s'Egli non si diverte con me più di quanto io mi diverta con lui?
- Gli uomini probi fanno del bene alla gente ponendosi come esempio da imitare, mentre io ne faccio proponendo me stesso come esempio da evitare.
- L'esempio è uno specchio lucente, universale e fatto in modo che tutte le forme vi si specchino.
- Non è meno irritante guidare una famiglia che governare un intero stato.
- Quante cose soltanto ieri ci servivano da articoli di fede, che oggi consideriamo soltanto favole?
- Non vergognamoci di dire ciò che non ci vergognamo di pensare.
- Si conosce ciò da cui si fugge, ma non quello che si cerca.
- Più di un uomo ha meravigliato il mondo, senza che sua moglie e il suo valletto abbiano mai visto in lui qualcosa di rimarchevole. Pochi uomini hanno goduto dell'ammirazione dei loro servitori.
- La cosa più importante al mondo è saper essere autosufficienti.
- È come una gabbia: si vede che gli uccelli all'esterno cercano disperatamente di entrare, e che altrettanto disperatamente quelli all'interno cercano di uscire.
- A meno che un uomo non senta di avere una memoria abbastanza buona, è meglio che non s'arrischi mai a mentire.
- Il mondo è soltanto una scuola di ricerca.
- Il continuo travaglio della vostra vita è costruire la casa della morte.
- Parlando di sé si perde sempre qualcosa.
- L'uomo che teme la sofferenza soffre già di ciò di cui ha paura.
- La paura è la cosa di cui bisogna aver più paura.
- La povertà di beni può essere curata facilmente; quella di spirito, è incurabile.
- Bisognerebbe sempre avere gli stivali ai piedi e star pronti ad andare.
- C'è altrettanta differenza tra noi e noi stessi che tra noi e gli altri.
- Anche sul trono più alto del mondo, si sta seduti sul proprio culo. (dai Saggi)
- La calamità dell'uomo, è il creder di sapere.
- Ci sono sconfitte più gloriose che vittorie.
- La nuora di Pitagora disse che una donna che va a letto con un uomo dovrebbe riporre la propria modestia assieme alla gonna, ed indossarla di nuovo con la sottoveste.
- Ma certo c'è bisogno di rimedi diversi dal sognare, una debole contesa dell'arte contro la natura.
- La superstizione reca in sé qualche immagine della pusillanimità.
- Mi considero un uomo comune, eccetto per il fatto che mi considero un uomo comune.
- Trovo più comodo portare per tutta la vita una corazza, piuttosto che la verginità. (dai Saggi)
- Il valore della vita non risiede nel numero dei giorni, ma nell'uso che ne facciamo: un uomo può vivere a lungo, eppure vivere molto poco. La soddisfazione nella vita non dipende dal numero degli anni, ma dalla volontà.
- La vita è un sogno: quando dormiamo, siamo svegli e quando siamo svegli, dormiamo.
- Il saper vivere è il mio mestiere e la mia arte.
- I medici sono fortunati: i loro successi brillano al sole e... la terra copre gli errori.
- L'abitudine ci nasconde il vero aspetto delle cose. (dai Saggi)
- Ogni persona d'onore sceglie di perdere piuttosto il proprio onore che la propria coscienza. (dai Saggi)
- Non c'è niente di inutile in natura; neppure la stessa inutilità; niente s'è intromesso in questo universo che non abbia posto adatto.
- Mi sono imposto di avere il coraggio di dire tutto quello che ho il coraggio di fare. (dai Saggi)
- Una testa piuttosto ben fatta che ben piena. (dai Saggi)
- Il molto sapere porta l'occasione di più dubitare. (dai Saggi)
- La vecchiaia ci segna più rughe nello spirito che sulla faccia. (dai Saggi)
- Noi siamo il solo animale abbandonato nudo sulla terra nuda, legato, incatenato, senza aver nulla di cui armarsi e proteggersi se non le spoglie degli altri.
- Il piacere è qualità poco ambiziosa: esso si stima abbastanza ricco per sé stesso senza mescolarvi il prezzo della reputazione, e si preferisce all'ombra.
- Non potrò mai dire abbastanza quanto io stimi la bellezza qualità possente e utile. Egli [Socrate] la chiamava una piccola tirannia, e Platone privilegio di natura.
- Non potendo regolare gli avvenimenti, regolo me stesso, e mi adatto ad essi, se essi non si adattano a me.
- Io trovo che gli spiriti elevati non sono affatto meno adatti alle cose basse quanto gli spiriti bassi non lo siano a quelle elevate.
- Chi acquista la scienza, acquista travaglio e tormento.
- Le donne tendono sempre a non essere d'accordo coi loro mariti.
- Come il donare è qualità ambiziosa e di privilegio, così l'accettare è caratteristica di sottomissione.
- Accetta di buon grado le cose nell'aspetto e nel gusto in cui ti si presentano, giorno per giorno; il rimanente è fuori della tua conoscenza.