Marcel Proust - Citazioni
Da Famous Quotes, aforismi e citazioni in libertà.
Valentin-Louis-Georges-Eugène-Marcel Proust (1871 - 1922), romanziere, saggista e critico francese.
- A partire da una certa età, per amor proprio e per furberia, le cose che desideriamo di più sono quelle a cui fingiamo di non tenere.
- Bisognava cercare di interpretare le sensazioni come segni di altrettante leggi e idee, tentando di far uscire dalla penombra quel che avevo sentito, di convertirlo in un equivalente intellettuale.
- C'è una cosa dotata di una capacità d'esasperare, che una persona non raggiungerà mai: un pianoforte.
- Certe qualità aiutano a sopportare i difetti del prossimo [...] e un uomo di grande ingegno presterà di solito meno attenzione alla stupidità altrui di quanta ne presterebbe uno sciocco. (da Sodoma e Gomorra)
- Cessando di essere pazzo, diventò stupido. (da I Guermantes)
- Ci sono solo due tipi di persone: i magnanimi e le altre.
- Ciascuno chiama idee chiare quelle che hanno lo stesso grado di confusione delle sue.
- Credere che l'amicizia esista è come credere che i mobili abbiano un'anima.
- È il nostro notarli che mette degli oggetti in una stanza, la nostra abitudine che li toglie di nuovo e libera spazio per noi.
- È più ragionevole sacrificare la propria vita alle donne piuttosto che ai francobolli, alle vecchie tabaccherie, perfino ai quadri e alle sculture. L'esempio delle altre collezioni dovrebbe però ammonirci a cambiare, a non avere una sola donna, ma molte. (da I Guermantes)
- È stato detto che la bellezza è una promessa di felicità. Inversamente, la possibilità del piacere può essere un principio di bellezza. (da La prigioniera)
- Guariamo dalla sofferenza solo provandola appieno.
- Ho molto amato la vita, ho molto amato le arti. (da Sodoma e Gomorra)
- Ho orrore dei tramonti, sono così romantici, così melodrammatici.
- I legami fra una persona e noi esistono solamente nel pensiero. La memoria, nell'affievolirsi, li allenta; e, nonostante l'illusione di cui vorremmo essere le vittime, e con la quale, per amore, per amicizia, per cortesia, per rispetto umano, per dovere, inganniamo gli altri, noi viviamo soli. L'uomo è l'essere che non può uscire da sé, che non conosce gli altri se non in se medesimo, e che, se dice il contrario, mentisce. (da Alla ricerca del tempo perduto)
- I tre quarti delle malattie delle persone intelligenti provengono dalla loro intelligenza. (da Alla ricerca del tempo perduto)
- I veri paradisi sono i paradisi perduti.
- Il fascino di una donna è in genere direttamente proporzionale al suo passaggio.
- Il libro essenziale, il solo libro vero, un grande scrittore non deve, nel senso corrente, inventarlo, poiché esiste già in ciascuno di noi, ma tradurlo. Il dovere e il compito di uno scrittore sono quelli di un traduttore. (da Il tempo ritrovato)
- Il mondo […] non è stato creato una volta, ma tutte le volte che è sopravvenuto un artista originale. (da I Guermantes)
- Il ritornello che un orecchio fine ed educato rifiuterebbe di ascoltare, ha ricevuto il tesoro di migliaia di anime, conserva il segreto di migliaia di vite di cui fu la ispirazione, la consolazione sempre pronta, la grazia e l'idea.
- Il tempo è elastico perché dilatato dalla passione.
- Il volto umano è infatti, come il volto di Dio in qualche teogonia orientale, tutto un raggruppamento di volti, giustapposti su differenti piani cosicché uno non li vede tutti in una volta.
- In amore, è più facile rinunciare a un sentimento che perdere un'abitudine.
- In amore non può esserci tranquillità, perché il vantaggio conquistato non è che un nuovo punto di partenza per nuovi desideri.
- La costanza di un'abitudine è di solito proporzionale alla sua assurdità.
- La felicità è benefica per il corpo, ma è il dolore che sviluppa i poteri della mente.
- La malattia è il dottore a cui si dà più ascolto: alla gentilezza ed alla saggezza noi facciamo soltanto delle promesse; al dolore, noi obbediamo.
- La medicina è un compendio degli errori successivi e contraddittori dei medici.
- La noia è uno dei mali meno gravi che abbiamo da sopportare. (da Sodoma e Gomorra)
- La realtà è il più abile dei nemici. Lancia i suoi attacchi contro quel punto del nostro cuore dove non ce li aspettavamo e dove non avevamo preparato difese. (da La prigioniera)
- La realtà non si forma che nella memoria.
- La saggezza è un punto di vista sulle cose.
- La sofferenza è una specie di bisogno dell'organismo di prendere coscienza di uno stato nuovo. (da I Guermantes)
- La vita vera, la vita finalmente scoperta e tratta alla luce, la sola vita quindi realmente vissuta, è la letteratura.
- Lasciamo le belle donne agli uomini senza immaginazione. (da I Guermantes)
- Le due massime cause d'errore nei nostri rapporti con un'altra persona sono di aver buon cuore, oppure, quell'altra persona, amarla. (da La fuggitiva)
- Le opere, come nei pozzi artesiani, salgono tanto più alte quanto più a fondo la sofferenza ha scavato il cuore. (da Il tempo ritrovato)
- Le prime apparizioni che fa nella nostra esistenza un essere destinato a incontrare più tardi il nostro favore assumono retrospettivamente ai nostri occhi un valore di avvertimento, di presagio. (da Dalla parte di Swann)
- Le stranezze delle persone simpatiche riescono esasperanti, ma non c'è persona simpatica che non sia per qualche verso strana.
- Le teorie e le scuole, come i microbi e i globuli, si divorano tra loro e assicurano, con la loro lotta, la continuità della vita.
- L'istinto detta il dovere e l'intelligenza fornisce i pretesti per eluderlo.
- Ma, quando niente sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, soli, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso edificio del ricordo. (da La strada di Swann)
- Mi sembra ridicolo, in fondo, che un uomo della sua intelligenza soffra per una persona di quel genere" [...] - soggiunse con la saggezza di chi non è innamorato, che pensa che un uomo d'ingegno non dovrebbe essere infelice se non per una persona che ne mettesse conto; all'incirca è come stupire che ci si degni di soffrire del colera per opera d'un essere così piccolo come il bacillo virgola. (da La strada di Swann)
- Nella patologia nervosa, un medico che non dice troppe stupidaggini è un malato guarito per metà.
- Noi non riusciamo a cambiare le cose secondo il nostro desiderio, ma gradualmente il nostro desiderio cambia.
- Non c'è idea che non porti in sé la sua possibile confutazione.
- Non si riceve la saggezza, bisogna scoprirla da sè, dopo un tragitto che nessuno può fare per noi, nè può risparmiarci, perchè essa è una visuale sulle cose. (da Alla ricerca del tempo perduto)
- Per molto tempo sono andato a letto presto, la sera. (Incipit di Alla ricerca del tempo perduto)
- Per rendere sopportabile la realtà siamo costretti a coltivare in noi qualche pazzia.
- Più della psicologia stessa, la sofferenza la sa lunga in materia di psicologia. (da Alla ricerca del tempo perduto)
- Ogni bacio chiama un altro bacio.
- Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da Il tempo ritrovato)
- Qualsiasi essere amato - anzi, in una certa misura qualsiasi essere - è per noi simile a Giano: se ci abbandona, ci presenta la faccia che ci attira; se lo sappiamo a nostra perpetua disposizione, la faccia che ci annoia. (da Alla ricerca del tempo perduto)
- Quando si fa quel che si può, si fa quel che si deve.
- Quello che gli artisti chiamano posterità è la posterità delle opere d'arte.
- Riceviamo dalla nostra famiglia così le idee di cui viviamo come la malattia di cui moriremo.
- Se sognare un poco è pericoloso, la sua cura non è sognare meno ma sognare di più, sognare tutto il tempo.
- Si ama solamente ciò in cui si persegue qualcosa d'inaccessibile, quel che non si possiede. (da Alla ricerca del tempo perduto)
- Si è detto perfino che la più alta glorificazione di Dio consiste nella sua negazione da parte dell'ateo, che trova la creazione così perfetta che può fare a meno di un creatore.
- Si è l'uomo della propria idea; ci sono assai meno idee che uomini, e così tutti gli uomini della stessa idea si somigliano.
- Si guarisce da una sofferenza solo a condizione di sperimentarla pienamente. (da Alla ricerca del tempo perduto)
- Spesso è la mancanza di immaginazione che impedisce a un uomo di soffrire troppo.
- Tutte le cose più grandi che conosciamo ci sono venute dai nevrotici. Sono loro e solo loro che hanno fondato religioni e hanno creato magnifiche opere d'arte. Mai il mondo sarà conscio di quanto deve loro, e nemmeno di quanto essi abbiano sofferto per poter elargire i loro doni. (da I Guermantes)
- Una gran parte di quello che i medici sanno è insegnato loro dai malati.
- Una persona diventa moralista prima che un'altro diventi infelice.
- Un'idea con molto potere, ne trasmette un po' agli uomini che la contraddicono.
- Viviamo, di solito, con il nostro essere ridotto al minimo; la maggior parte delle nostre facoltà resta addormentata, riposando sull'abitudine, che sa quel che c'è da fare e non ha bisogno di loro.
Incipit di Alla ricerca del tempo perduto
A lungo, mi sono coricato di buonora. Qualche volta, appena spenta la candela, gli occhi mi si chiudevano così in fretta che non avevo il tempo di dire a me stesso: "Mi addormento". E, mezz'ora più tardi, il pensiero che era tempo di cercar sonno mi svegliava; volevo posare il libro che credevo di avere ancora fra le mani, e soffiare sul lume; mentre dormivo non avevo smesso di riflettere sulle cose che poco prima stavo leggendo, ma le riflessioni avevano preso una piega un po' particolare; mi sembrava d'essere io stesso quello di cui il libro si occupava: una chiesa, un quartetto, la rivalità di Francesco I e Carlo V.
[Mondadori, traduzione di Giovanni Raboni]
Citazioni su Marcel Proust
- Proust è quello che mi viene, non quello che chiamo; non è un'«autorità»; semplicemente "un ricordo circolare". Ed è questo l'intertesto: l'impossibilità di vivere al di fuori del testo infinito - sia questo testo Proust, o il giornale quotidiano, o lo schermo televisivo: il libro fa il senso, il senso fa la vita. (Roland Barthes, Variazioni sulla scrittura, Einaudi, Torino, 1973)