Giovanni Boccaccio - Citazioni

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Giovanni Boccaccio (1313 - 1375), poeta e prosatore italiano.

Giovanni Boccaccio
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Indice

Aforismi di Giovanni Boccaccio

  • Amor s'io posso uscir dei tuoi artigli appena creder posso che alcun altro uncin mai più mi pigli.
  • E così, a modo del villan matto, dopo danno fe' patto. (dal Decamerone)
  • Ed abbi questo per certo, che colei sola è casta la quale o non fu mai da alcuno pregata o, se pregò, non fu esaudita.
  • Et abbi questo per certo: che colei sola è casta la quale o non fu mai da alcuno pregata, o se pregò, non fu esaudita. (dal Decamerone, Giornata II, Novella IX)
  • Et essa, che con otto uomini forse diecimila volte giaciuta era, accanto a lui si coricò per pulcella, e feceglile credere che così fosse, e reina con lui lietamente poi più tempo visse. E per ciò si disse: "Bocca basciata non perde ventura, anzi rinnuova come fa la luna."
  • È meglio fare e pentire che starsi e pentirsi.
  • Le leggi deono essere comuni e fatte con consentimento di coloro a cui toccano. (dal Decamerone, Giornata VI, Novella VII)
  • Solo la miseria è senza invidia.

Incipit di alcune opere

Corbaccio

Qualunque persona, tacendo, i benefìci ricevuti nasconde senza aver di ciò cagione convenevole, secondo il mio giudicio assai manifestamente dimostra sé essere ingrato e mal conoscente di quelli. Oh cosa iniqua e a Dio dispiacevole e gravissima a' discreti uomini, il cui malvagio fuoco il fonte secca della pietà! Del quale acciò che niuno mi possa meritamente riprendere, intendo di dimostrare nell'umile trattato seguente una speziale grazia, non per mio merito, ma per sola benignità di Colei che impetrandola da Colui che vuol quello ch'ella medesima, nuovamente mi fu conceduta. La qual cosa faccendo, non solamente parte del mio dovere pagherò, ma sanza niuno dubbio potrò a molti lettori di quella fare utilità.

Decamerone

Umana cosa è l'aver compassione agli afflitti; e come che a ciascuna persona stea bene, a coloro è massimamente richiesto li quali già hanno di conforto avuto mestiere, e hannol trovato in alcuni: fra' quali, se alcuno mai n'ebbe bisogno, o gli fu caro, o già ne ricevette piacere, io son uno di quegli. Per ciò che, dalla mia prima giovanezza infino a questo tempo oltre modo essendo stato acceso d'altissimo e nobile amore, forse più assai che alla mia bassa condizione non parrebbe, narrandolo io, si richiedesse, quantunque appo coloro che discreti erano e alla cui notizia pervenne io ne fossi lodato e da molto più reputato, nondimeno mi fu egli di grandissima fatica a sofferire, certo non per crudeltà della donna amata, ma per soperchio fuoco nella mente concetto da poco regolato appetito: il quale, per ciò che a niuno convenevol termine mi lasciava contento stare, più di noia che bisogno non m'era spesse volte sentir mi facea.

Elegia di Madonna Fiammetta

Suole a' miseri crescere di dolersi vaghezza, quando di sé discernono o sentono compassione in alcuno. Adunque, acciò che in me, volonterosa più che altra a dolermi, di ciò per lunga usanza non menomi la cagione, ma s'avanzi, mi piace, o nobili donne, ne' cuori delle quali amore più che nel mio forse felicemente dimora, narrando i casi miei, di farvi, s'io posso, pietose. Né m'è cura perché il mio parlare agli uomini non pervenga, anzi, in quanto io posso, del tutto il niego loro, però che sì miseramente in me l'acerbità d'alcuno si discuopre, che gli altri simili imaginando, piuttosto schernevole riso che pietose lagrime ne vedrei.