Emilio Cecchi - Citazioni
Da Famous Quotes, aforismi e citazioni in libertà.
Emilio Cecchi (1884 - 1966), critico letterario.
- L'arte, in fondo, come tante fra le cose più belle, vien meglio un po' di nascosto. (È nata una bambina con una rosa in mano, da Pesci rossi)
- L'errore di una forte personalità artistica, è quasi sempre più istruttivo dei successi di un talento irrilevante.
- Che Dio ci guardi dagli autori candidi, col cuore in mano, che giurano di non avere maniera!
- La vita dell'uomo è un filo di seta sospeso in un gioco di rasoi.
- Soltanto una cosa è più lugubre dell'uomo che mangia solo; ed è l'uomo che beve solo. Un uomo solo che mangia somiglia ad un animale alla mangiatoia. Ma un uomo solo che beve, somiglia ad un suicida.
- "Moccoli" in piena regola, esattamente sillabati e trascritti. Il lettore considera quella abietta pedanteria, quella puntualità disgustosa; e scuotendo la testa, fra sé e sé compassiona: "Chi sa poi a questo qui che cosa gli sembra di fare."
Per conto mio, quando trovo in qualche scritto (e ogni giorno ne trovo di più) parolacce di cotesto genere, che vorrebbero toccare il culmine della violenza fantastica, dell'orrore, della passione, poco ho da essere in dubbio ch'esse esprimano, invece e solamente, la frigidità e la isteria d'un autore. L'arte non adopera materialmente le cose dell'esperienza; ma dà forma comunicativa all'emozione ch'esse suscitano in noi. E il procedimento di coloro che si tengono su, e si fanno coraggio, a forza di "moccoli", oscenità e parolacce, corrisponde come due gocciole d'acqua a quello dei pittori bastardi, che non solo si limitano a riprodurre oggetti ed aspetti materiali, ma per essere anche più sicuri, nella pasta dei colori strizzati sulla tela inseriscono frantumi degli oggetti medesimi, come stoffe, lustrini, stagnola, pezzi di latta credendo così che l'illusione sarà irresistibile.
Ch'è un grandissimo sbaglio. Il lettore e lo spettatore recalcitrano proprio dall'espressione eccessivamente aggravata di materia e d'intenti. Cominciano subito a insospettirsi. Temono un sopruso. A vedere tutta quella ostentazione di sudanti muscolature, la loro prima idea è che i manubri siano di cartone, truccati. In altri termini: le parolacce, le descrizioni troppo cariche e spinte, e non diciamo poi i "moccoli", sono "controproducenti". In estetica, sono pessimi affari, speculazioni sballate. Uno che se ne intendeva: Montaigne, e ci teneva a dir pane al pane e vino al vino, una volta osservò che ha voglia Marziale d'alzare le sottane a Venere fin sopra la testa. Egli non riesce a mostrarcela intiera, come altri poeti (Virgilio, Lucrezio) più discreti di lui. "Perché chi dice tutto ci satolla e disgusta". E gli ingenui che si gonfiano la bocca con le parolacce non fanno altro che distruggere in germe quegli stessi effetti che si proponevano di suscitare. Ci invitano (cosa umiliantissima) a pregare Venere cortesemente che non ne faccia di nulla, e si rivesta e ci lasci in pace. (Parolacce in Di giorno in giorno, Garzanti)