Cesare Pavese - Citazioni

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Cesare Pavese
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Cesare Pavese

Cesare Pavese (1908 - 1950), scrittore italiano.

  • Amore è desiderio di conoscenza.
  • La vita è dolore e la gioia dell'amore è un anestetico.
  • Per disprezzare il denaro bisogna averne, e molto.
  • Non fidarti delle donne quando ammettono il male.
  • La fantasia umana è immensamente più povera della realtà.
  • Lavorare stanca.
  • Nessuna donna si sposa per denaro; sono tutte tanto astute, prima di sposare un miliardario, da innamorarsene.
  • Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il Cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio.
  • Nelle parole c'è qualcosa d'impudico.
  • Solo ciò che è trascorso o mutato o scomparso ci rivela il suo volto reale.
  • Far poesie è come far l'amore: non si saprà mai se la propria gioia è condivisa.
  • È religione anche non credere in niente. (da La casa in collina)
  • Tutto il problema della vita è dunque questo: come rompere la propria solitudine, come comunicare con gli altri.
  • I suicidi sono omicidi timidi.
  • Non manca mai a nessuno una buona ragione per uccidersi.
  • L'arte di vivere è l'arte di saper credere alle bugie.
  • Un chiodo tira un altro, ma quattro fanno una croce.
  • L'unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perchè vivere è cominciare. Sempre, ad ogni istante.
  • L'uomo è come una bestia che vorrebbe far niente. (da Lavorare stanca)
  • L'angoscia vera è fatta di noia. (da Prima che il gallo canti)
  • Perché questo è l'ostacolo, la crosta da rompere: la solitudine dell'uomo - di noi e degli altri. (da Saggi letterari)
  • L'ignorante non si conosce mica dal lavoro che fa' ma da come lo fa'. (da La luna e i falò)

Il mestiere di vivere

Copyright: Einaudi, Torino.

  • La vita senza fumo è come il fumo senza l'arrosto. (20 dicembre 1935)
  • Un uomo non rimpiange per amore chi l'abbia tradito, ma per avvilimento di non avere meritato la fiducia. (13 novembre 1937)
  • Pensiero d'amore: ti voglio tanto bene che desidero esser nato tuo fratello, o averti messo al mondo io stesso. (30 novembre 1937)
  • Vendicarsi di un torto ricevuto è togliersi il conforto di gridare all'ingiustizia. (1 marzo 1938)
  • Non si desidera possedere una donna, si desidera possederla noi soli. (13 novembre 1938)
  • Leggendo non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma. Ci colpiscono degli altri le parole che risuonano in una zona già nostra – che già viviamo – e facendola vibrare ci permettono di cogliere nuovi spunti dentro di noi. (3 dicembre 1938)
  • Gli uomini che hanno una tempestosa vita interiore e non cercano sfogo o nei discorsi o nella scrittura, sono semplicemente uomini che non hanno una tempestosa vita interiore. (21 settembre 1938)
  • Date una compagnia al solitario e parlerà più di chiunque. (21 settembre 1938)
  • L'ozio rende lente le ore e veloci gli anni. L'operosità rapide le ore e lenti gli anni. (10 dicembre 1938)
  • La guerra imbarbarisce perché, per combatterla, occorre indurirsi verso ogni rimpianto e attaccamento a valori delicati, occorre vivere come se questi valori non esistessero; e, una volta finita, si è persa ogni elasticità di tornare a questi valori. (9 settembre 1939)
  • L'amore è la più a buon prezzo delle religioni. (21 dicembre 1939)
  • Le cose gratuite sono quelle che costano di più. Come? Costano lo sforzo per capire che sono gratuite. (21 gennaio 1940)
  • In genere è per mestiere disposto a sacrificarsi chi non sa altrimenti dare un senso alla sua vita. (9 febbraio 1940)
  • Se una vita libera assolutamente da ogni senso di peccato fosse realizzabile, sarebbe vuota da far spavento. (17 marzo 1940)
  • Le generazioni non invecchiano. Ogni giovane di qualunque tempo e civiltà ha le stesse possibilità di sempre. (19 aprile 1940)
  • Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi. (28 luglio 1940)
  • Non bisogna mai dire per gioco che si è scoraggiati, perché può accadere che ci pigliamo in parola. (5 agosto 1940)
  • La vita non è ricerca di esperienze, ma di se stessi. Scoperto il proprio strato fondamentale ci si accorge che esso combacia col proprio destino e si trova la pace. (8 agosto 1940)
  • Riesce a compiere un'opera soltanto chi valga più di quest'opera. (14 agosto 1940)
  • L'amore ha la virtù di denudare non i due amanti l'uno di fronte all'altro, ma ciascuno dei due davanti a sé. (12 ottobre 1940)
  • I grandi amanti saranno sempre infelici, perché per loro l'amore è grande e quindi esigono dalla bien-aimée la stessa intensità di pensieri ch'essi hanno per lei – altrimenti si sentono traditi. (14 ottobre 1940)
  • Le cose si ottengono quando non si desiderano più. (15 ottobre 1940)
  • Quando una donna si sposa appartiene a un altro; e quando appartiene a un altro non c'è più nulla da dirle. (Inverno 1941-1942)
  • Le cose si scoprono attraverso i ricordi che se ne hanno. Ricordare una cosa significa vederla – ora soltanto – per la prima volta. (28 gennaio 1942)
  • Nell'inquietudine e nello sforzo di scrivere, ciò che sostiene è la certezza che nella pagina resta qualcosa di non detto. (4 maggio 1942)
  • Viene un giorno che per chi ci ha perseguitato proviamo soltanto indifferenza, stanchezza della sua stupidità. Allora perdoniamo. (6 settembre 1942)
  • Il problema non è la durezza della sorte, poiché tutto quello che si desidera con bastante forza, si ottiene. Il problema è piuttosto che ciò che si ottiene disgusta. E allora non deve mai accadere di prendersela con la sorte, ma con il proprio desiderio. (3 febbraio 1943)
  • Nel sogno sei autore e non sai come finirà. (8 ottobre 1943)
  • Non ci si libera di una cosa evitandola, ma soltanto attraversandola. (22 novembre 1945)
  • Come si può aver fiducia in una persona che non si arrischia ad affidarti tutta la sua vita, giorno e notte? (28 novembre 1945)
  • È bello scrivere perché riunisce le due gioie: parlare da solo e parlare a una folla. (4 maggio 1946)
  • C'è un solo piacere, quello di essere vivi, tutto il resto è miseria. (16 settembre 1946)
  • Le lezioni non si danno, si prendono. (18 agosto 1946)
  • I problemi che agitano una generazione si estinguono per la generazione successiva non perché siano stati risolti ma perché il disinteresse generale li abolisce. (10 agosto 1947)
  • Non è che accadano a ciascuno cose secondo un destino, ma le cose accadute ciascuno le interpreta, se ne ha la forza, disponendole secondo un senso – vale a dire, un destino. (25 gennaio 1948)
  • Nulla si assomma al resto, al passato. Ricominciamo sempre. (16 agosto 1950)
  • L'origine di tutti i peccati è il senso d'inferiorità - detto altresì ambizione.
  • Non c'è vendetta più bella di quella che gli altri infliggono al tuo nemico. Ha persino il pregio di lasciarti la parte del generoso.
  • Tutti gli "affetti più sacri" non sono che una pigra abitudine.

Incipit de La luna e i falò

C'è una ragione perché sono tornato in questo paese, qui e non invece a Canelli, a Barbaresco o in Alba. Qui non ci sono nato, è quasi certo; dove son nato non lo so; non c'è da queste parti una casa né un pezzo di terra né delle ossa ch'io possa dire «Ecco cos'ero prima di nascere».

[Cesare Pavese - La luna e i falò - Einaudi scuola]

Citazioni su Cesare Pavese

  • Pavese è riuscito a condensare in una sintesi narrativa tutti gli elementi della propria personalità spirituale facendo dimenticare l'impegno dello scrittore nella naturalezza della creazione, come in questo suo ultimo libro [La luna e i falò]. (Piero Jahier)