Carlo Emilio Gadda - Citazioni

Da Famous Quotes, aforismi e citazioni in libertà.

Carlo Emilio Gadda (1893 - 1973), scrittore italiano.

  • Camminava tra i vivi. Andava i cammini degli uomini. Il primo suo figlio [...] in una lunga e immedicabile oscurazione di tutto l'essere, nella fatica della mente, e dei visceri dischiusi poi al disdoro lento dei parti, nello scherno dei negoziatori sagaci e dei mercanti, sotto la strizione dei doveri ch'essi impongono, così nobilmente solleciti delle comuni fortune, alla pena e alla miseria degli onesti. Ed era ora il figlio: il solo. Andava le strade arse lungo il fuggire degli olmi, dopo la polvere verso le sere ed i treni. Il suo figlio primo. [...] Il suo figlio: Gonzalo. A Gonzalo, no, no!, non erano stati tributati i funebri onori delle ombre; la madre inorridiva al ricordo: via, via!, dall'inane funerale le nenie, i pianti turpi, le querimonie: ceri, per lui, non eran scemati d'altezza tra i piloni della nave fredda e le arche dei secoli-tenebra. Quando il canto d'abisso, tra i ceri, chiama i sacrificati, perché scendano, scendano, dentro il fasto verminoso dell'eternità. (da La cognizione del dolore)
  • Era il male oscuro di cui le storie e le leggi e le universe discipline delle gran cattedre persistono a dover ignorare la causa, i modi: e lo si porta dentro di sé per tutto il fulgurato scoscendere d'una vita, più greve ogni giorno, immedicato. (da La cognizione del dolore)
  • Il fumare lo aiutava molto davanti alle donne, a cui il fumo piace, anche perché lo ritengono, e magari con ragione, un gradevole presagio dell'arrosto. (da La cognizione del dolore)
  • Il pontecorvo ha capellatura corvina: e naso matematico. (da Il primo libro delle favole)
  • Gli italiani generosissimi in tutto non sono generosi quando si tratta di pensare.
    Una difficilissima elaborazione e costruzione morale fatta di incredibili sforzi e autoinibizioni individuali e puri e leganti entusiasmi, darà una più perfetta socialità di quella in cui siamo oggi immersi... Una lentissima costruzione morale, una grande cultura, una chiara visione di infiniti problemi tecnici, sociali, igienici, economici, morali, fisiologici, ecc., una calda passione per l'ordine e per il benessere generale e soprattutto una volontà tenace ed eroica potrà avviarci ad una migliore socialità. Le parole non bastano e sdraiarsi nel comodo letto della vanità ciarliera è come farsi smidollare da una cupa e sonnolenta meretrice. Le "parole" sono ancelle d'una Circe bagasciona, e tramutano in bestia chi si lascia affascinare dal loro tintinnìo. (da Meditazione milanese)
  • L'attimo fuggiva, oh, che altro può fare un attimo?
  • Lavoro in una società elettrica milanese d'un lavoro totalmente diverso e lontano dalla mia naturale curiosità. Il mio gran male è stato sempre e sarà sempre uno: quello di desiderare e sognare, invece di volere e fare. [...] Se non avessi addosso la sifilide della laurea, potrei cavarmela forse meglio. (da Lettera a Ugo Betti)
  • Le parole sacre, vedute le labbra dell'autore. ne rifuggono. Le cose sacre, veduto il cuore dell'autore, vi si fermano. (da Il primo libro delle favole)
  • L'italiani sono di simulato sospiro. (da Il primo libro delle favole)
  • Morire per la patria è cosa dolce e onorevole: infatti alcuni sono morti per la patria immortale: ed altri, a guardarla dalle tignole, è bisognato vivessero. Questa favoletta ne dice: il morto giace, il vivo si dà pace. (da Il primo libro delle favole)
  • [L'umanità] Questo mare senza requie, fuori, sciabordava contro l'approdo di demenza, si abbatteva alle dementi riviere offrendo la sua perenne schiuma, ribevendosi la sua turpe risacca. (da La cognizione del dolore, Garzanti)
  • Se un'idea è più moderna di un'altra è segno che non sono immortali né l'una né l'altra. (da La cognizione del dolore)
  • Un'infanzia tormentata e un'adolescenza anche più dolorosa. (da La cognizione del dolore)