Blaise Pascal - Citazioni
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Blaise Pascal (1623 - 1662), matematico, fisico e filosofo francese.
- Beffarsi della filosofia, è filosofare davvero!
- [Scritto a Pierre de Fermat] Cerca altrove per qualcuno che ti possa seguire nelle tue ricerche riguardo ai numeri. Da parte mia, ti confesso che sono molto oltre la mia portata, e mi sento in grado solamente di ammirarli.
- Chi scrive contro la vanità vuole la gloria di avere scritto cose giuste, e i loro lettori la gloria di leggere cose giuste, e io che scrivo questo ho lo stesso desiderio, come forse anche coloro che lo stanno leggendo.
- Ci sono soltanto due specie di uomini: gli uni, giusti, che si credono peccatori; gli altri, peccatori, che si credono giusti.
- Ciò che può la virtù di un uomo non va misurato dai suoi sforzi ma dalla sua normalità.
- Così elevato è il nostro concetto dell'anima umana, che non possiamo tollerare di esserne disprezzati, e di non godere della stima di qualcuno. Tutta la felicità degli uomini consiste in questa stima.
- Due cose guidano la natura umana: l'istinto e l'esperienza.
- È necessario non dormire.
- È superstizioso riporre le proprie speranze nelle formalità, ma arrogante rifiutare di sottomettervisi.
- Gli animali non si ammirano a vicenda; un cavallo non ammira il suo compagno.
- Gli uomini sono così necessariamente pazzi che il non esser pazzo equivarrebbe a esser soggetto a un altro genere di pazzia.
- Ho fatto questa lettera più lunga solo perché non ho avuto tempo di farla più corta.
- I fiumi sono strade che camminano, e che portano dove si vuol andare.
- I pagani non conoscono Dio, e amano solo la Terra. Gli ebrei conoscono il vero Dio, e amano solo la Terra. I cristiani conoscono il vero Dio, e non amano la Terra.
- Il cielo è una sfera infinita il cui centro è ovunque e la circonferenza in nessun posto.
- Il minimo movimento è importante per tutta la natura. L'intero oceano è influenzato da un sassolino.
- Il passo estremo della ragione porta a riconoscere che ci sono innumerevoli cose che la sorpassano. Essa è ancora debole se non giunge a conoscere questo. Che se le cose naturali la sorpassano, che diremo delle soprannaturali? (da Le provinciali)
- Il pensiero fa la grandezza dell'uomo.
- Il servitore non sa quel che fa il suo padrone, poiché il padrone gli dice solo l'azione, non il fine; ed ecco, vi si assoggetta servilmente e pecca sovente contro il fine. Ma Gesù Cristo ci ha insegnato il fine. E voi lo distruggete.
- Il silenzio è la più grande persecuzione: mai i santi hanno taciuto.
- Istinto e ragione; marchi di due nature.
- La contraddizione non è un segno di falsità, nè la mancanza di contraddizione un segno di verità.
- La fede certamente ci dice quello che i sensi non possono, ma non il contrario di quello che vedono; è al di sopra, non contro di loro.
- La forza governa il mondo, non l'opinione: tuttavia è l'opinione che si serve della forza.
- La giustizia deve essere congiunta al potere, così che ciò che è giusto possa anche aver potere, e che ciò che ha potere possa essere giusto.
- La moltitudine che non è spinta ad agire come un'unità non è altro che caos. Quell'unità che non ha origine dalla moltitudine non è altro che tirannia.
- La nostra nozione di simmetria deriva dal volto umano. Dunque, cerchiamo la simmetria solo orizzontalmente ed in larghezza, non in verticale o in profondità.
- Le cose hanno qualità diverse, e l'anima diverse inclinazioni, perché nulla di semplice si presenta all'anima, e l'anima non si offre mai semplice a nessun soggetto. Da questo deriva che si ride e si piange di una medesima cosa.
- L'eccitamento che un giocatore d'azzardo prova quando fa una scommessa è pari alla somma che potrebbe vincere moltiplicata per le probabilità di vincerla.
- L'eloquenza è una pittura del pensiero: perciò coloro che, dopo aver dipinto, aggiungono qualcos'altro, invece di un ritratto fanno un quadro.
- L'Io è odioso.
- L'ultima cosa che si scopre scrivendo un libro è come cominciare.
- L'uomo non agisce affatto secondo ragiome, che pure è il suo modo di essere.
- L'uomo non è nulla più di un giunco, il più debole della natura: ma è un giunco pensante.
- L'uomo non è né angelo né bestia e la disgrazia vuole che chi vuole fare l'angelo finisca col fare la bestia.
- Negare, credere, e dubitare si addicono all'uomo come le corse si addicono ai cavalli.
- Noi corriamo senza preoccuparcene al precipizio dopo aver messo qualche cosa davanti a noi per impedirci di vederlo.
- Noi non cerchiamo mai le cose, ma la ricerca delle cose, non viviamo mai nel presente, ma in attesa del futuro.
- Non posso giudicare il mio lavoro mentre lo compio. Devo fare come i pittori, arretrare e guardarlo da una certa distanza, che non sia però troppa. Quanta distanza? Chissà.
- Non sono soltanto le impressioni più antiche e precoci che possono trarci in inganno; anche il fascino della novità ha questo potere.
- Per fare di un uomo un santo occorre solo la grazia. Chi dubita di questo non sa cosa sia un santo né cosa sia un uomo.
- Piace chiamar "principe" un re, perché ne diminuisce la qualità.
- Più conosco gli uomini, più apprezzo il mio cane.
- Più uno è intelligente, più sono le persone che uno trova originali: la gente ordinaria non vede differenza tra gli uomini.
- Pochi uomini parlano umilmente dell'umiltà, castamente della castità, scetticamente dello scetticismo.
- Quando saremo afflitti, la scienza della realtà fuori di noi non ci consolerà dell'ignoranza morale, ma la scienza morale mi consolerà sempre dell'ignoranza delle scienze oggettive.
- Questo è mio, questo è tuo. Ecco l'inizio dell'usurpazione del mondo.
- Se il naso di Cleopatra fosse stato più corto, sarebbe cambiata l'intera faccia della terra.
- Si comprendono le profezie solo quando si vedono avverate.
- Se l'uomo non è fatto per Dio, perché non è felice che in Dio? Se l'uomo è fatto per Dio, perché è così contrario a Dio?
- Solo Dio parla bene di Dio.
- Troppo vino o troppo poco: se non gliene date, non può trovare la verità; se gliene date troppo, neppure.
- Tutte le buone massime ci sono già; resta solo da applicarle.
- Tutto ciò che è scritto unicamente per far piacere all'autore è senza valore.
- Variante: Tutto quello che viene scritto semplicemente per fare un piacere all'autore non vale nulla.
- Uomo di spirito, pessimo carattere.
I Pensieri
- Arriviamo alla verità, non solo con la ragione, ma anche con il cuore.
- Bisogna ubbidire ai superiori, non perché sono giusti, ma perché sono superiori.
- Che cosa vana la pittura, che attira l'ammirazione per la somiglianza di cose di cui non si ammirano affatto gli originali!
- Che cos'è l'uomo in natura? Niente rispetto all'infinito, tutto rispetto al nulla, una media fra il nulla e tutto.
- Di solito, ci si convince meglio con le ragioni trovate da se stessi che non con quelle venute in mente ad altri.
- Due eccessi: escludere la ragione, non ammettere che la ragione.
- Due visi somiglianti, nessuno dei quali da solo fa ridere, fanno ridere insieme per la loro somiglianza.
- È il cuore che sente Dio, non la ragione. Ecco cos'è la fede: Dio sensibile al cuore, non alla ragione.
- È molto più bello sapere qualcosa di tutto, che tutto di una cosa.
- Gli uomini disprezzano la religione; la odiano, e hanno paura che sia vera. Per guarire da tutto questo, bisogna incominciare a dimostrare che la religione non è affatto contraria alla ragione, che è degna di venerazione, bisogna portare ad averne rispetto; poi, bisogna renderla amabile; fare desiderare dai buoni che essa sia vera; e poi dimostrare che è vera
- Gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria e l'ignoranza, hanno risolto, per vivere felici, di non pensarci.
- Gli uomini si divertono a inseguire una palla o una lepre: è il piacere persino dei re.
- Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce.
- Il silenzio eterno di questi spazi infiniti mi sgomenta. (n. 206)
- In una parola, l'uomo sa di essere miserabile: è dunque miserabile, poichè lo è; ma è ben grande, poichè lo sa.
- La guerra civile è il peggiore dei guai.
- La natura dell'uomo non è di progredire sempre; ha i suoi impeti e le sue ricadute
- La natura è una sfera infinita il cui centro è ovunque e la circonferenza in nessun luogo.
- La natura ha delle perfezioni per mostrare che è l'immagine di Dio, e dei difetti per mostrare che ne è soltanto l'immagine.
- La nostra natura consiste nel movimento: il riposo assoluto è la morte.
- La religione è una cosa così grande che è giusto che coloro che non vogliono prendersi la briga di cercarla se fosse oscura dovrebbero essere privati di essa.
- L'abitudine è quella che rende le nostre prove più forti e più credute: essa piega l'automatismo e questo trascina l'intelletto senza che esso se ne accorga. Bisogna acquistare una credenza più facile, che è quella dell'abitudine la quale, senza violenza, senz'arte, senza prova, ci fa credere le cose e inclina tutte le nostre potenze a questa credenza, sì che la nostra anima cade in essa naturalmente. (n. 252)
- Le qualità dell'animo non si possono acquistare con l'abitudine; si perfezionano solamente
- L'ultimo passo della ragione è il riconoscere che ci sono un numero infinito di cose al di là di essa.
- L'unica causa dell'infelicità dell'uomo è che non sa come stare tranquillo nella sua stanza.
- L'uomo è ugualmente incapace a vedere il nulla da cui emerge e l'infinito in cui è immerso.
- Variante: L'uomo è ugualmente incapace di comprendere la nullità da cui emerge e l'infinità nella quale è inghiottito.
- L'uomo non è che una canna, l'essere più debole della natura; ma è una canna che pensa. Non occorre che l'universo intero si armi per schiacciarlo: un vapore, una goccia d'acqua bastano a ucciderlo. Ma quand'anche l'universo lo schiacciasse, l'uomo sarebbe sempre più nobile di ciò che l'uccide, perchè sa di morire, e del vantaggio che ha su di lui, l'universo non sa niente. (n. 347)
- Mai si fa il male così pienamente e allegramente come quando lo si fa per coscienza
- Non è certo che tutto sia incerto.
- Non solamente non conosciamo Dio se non per mezzo di Gesù Cristo, ma non conosciamo neppure noi stessi se non per mezzo di Gesù Cristo.
- Ognuno ha in sé l'originale della bellezza di cui cerca la copia nel vasto mondo.
- Quando troviamo uno stile naturale rimaniamo sorpresi e incantati, perché dove ci aspettavamo di trovare uno scrittore scopriamo un uomo.
- Quanto più si è spiritualmente dotati, tanto più accade di scoprire uomini originali. La gente comune non fa differenza tra un uomo e un altro.
- Ritengo che contro chiunque vorrebbe rinvenire nell'uomo la spiegazione dell'uomo stesso, l'uomo sia un problema la cui soluzione si trova soltanto in Dio.
- Se si dice che l'uomo è troppo piccolo per meritare di comunicare con Dio, bisogna essere ben grandi per giudicarne.
- Siamo così presuntuosi che ci piacerebbe essere noti in tutto il mondo, anche da persone che nasceranno solo quando saremo già morti. Ma la nostra vanità è tale che la buona opinione di una mezza dozzina di persone intorno a noi ci dà piacere e soddisfazione.
- Tra noi e l'inferno o il cielo c'è di mezzo soltanto la vita, che è la cosa più fragile del mondo.
- Tutta l'infelicità degli uomini deriva da una cosa sola: dal non sapersene stare tranquilli in una stanza.
- Un nonnulla ci consola perché un nonnulla basta ad affligerci.
- Valutiamo i vantaggi e gli svantaggi nello scommettere che Dio esiste. Consideriamo le due possibilità. Se vinci, vinci tutto; se perdi, non perdi niente. Non esitate, allora, a scommettere che Lui esiste.
- Volete che si pensi bene di voi? Non ditene.
Bibliografia
- Blaise Pascal - Pensieri, Opuscoli e Lettere (1978), Rusconi, Milano, traduzione a cura di Adriano Bausola e R. Tapella.
- Blaise Pascal - Pensieri (1978), Patron, Bologna, traduzione a cura di E. Balmas e L. Stecca.
- Blaise Pascal - Pensieri (1980), Mondadori, Milano, traduzione a cura di P. Serini.
- Blaise Pascal - Pensieri e altri scritti di e su Pascal (1996), San Paolo Edizioni, traduzione a cura di Gennaro Auletta.
- Blaise Pascal - Pensieri (1999), Rizzoli, traduzione a cura di Franco De Poli.
- Blaise Pascal - Pensieri (2000), Mondadori, Milano, traduzione a cura di Gennaro Auletta.
- Blaise Pascal - Pensieri (2000), Bompiani, traduzione a cura di Adriano Bausola.
- Blaise Pascal - Pensieri (2004), Einaudi, traduzione a cura di Carlo Carena.
- Blaise Pascal - Pensieri (2006), Garzanti, traduzione a cura di Bruno Nacci.